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Letizia srl: la prima stalla con automazione robotizzata in vitellaia bufalina

Prof. Oreste Vignone

Docente Università degli Studi di Teramo
Articolo a cura del Prof. Oreste Vignone Docente Università degli Studi di Teramo e Consulente Ferrero Mangimi

La tecnica di somministrazione del latte nei vitelli ha visto negli anni profonde evoluzioni grazie alla ricerca e alla sperimentazione legate a due fattori principali:


  • La tipologia di prodotto somministrato

  • I dispositivi utilizzati per la somministrazione

In merito al primo punto si è passati da latti materni a latti in polvere ricostituiti (nel 1865 Justus von Liebig inventò il cibo solubile per i bambini – una polvere che comprendeva latte vaccino, farina di frumento, farina di malto e bicarbonato di potassio, in seguito adottato anche nel comparto zootecnico).

Parliamo di latti in polvere e non latte in polvere perché la gamma di questi prodotti è molto ampia e varia in finzione di: contenuto percentuale di polvere di latte, tipologie di proteine vegetali utilizzate, fonti di zucchero, pH del prodotto, ecc.


Evoluzioni funzionali all’accrescimento hanno interessato anche i dispositivi utilizzati e le modalità di somministrazione:


  • Secchi poggiati a terra lasciati a disposizione dell’animale;

  • Secchi muniti di tettarella posizionata a diversa altezza: “alta” (il vitello applica una pressione negativa per vincere la forza di gravità e alimentarsi) o “bassa”;

  • Tettarelle differenti per materiale e diametro del foro di uscita del latte (da fori di dimensioni maggiori a microfori che rallentano il flusso del latte al fine di limitare l’insorgenza di disturbi intestinali);

  • Allattamento automatico a mezzo di “Lupe” che prevedono la gestione di animali in box collettivi in cui tramite sistemi ad accesso regolato o totalmente libero l’animale viene alimentato in maniera automatica senza più l’ausilio dell’operatore;

  • Alimentazione automatica in box individuali tramite braccio robotizzato. Sistema integralmente automatico di origine tedesca che è in grado di gestire gli animali allevati in box singolo somministrando sino ad otto pasti nell’arco delle 24 ore.


Innovazione e ricerca

L’adozione di questi ultimi due sistemi (allattamento automatico a mezzo di Lupe e alimentazione automatica in box individuali con braccio) risponde puntualmente alle esigenze di ottimizzazione della gestione degli allevamenti nonché al miglioramento delle performance di crescita degli animali.

Tali metodi, infatti, corrispondono ai contenuti proposti dal “Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale 2014-2020” (approvato con Decreto n. 7139 del 01.04.2015 MIPAF).

Nell’Area 1 di intervento “Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agro ecosistemi” troviamo tra gli obiettivi esplicitati: “Ottimizzazione dei processi produttivi (tecnica colturale, alimentazione, benessere animale, pratiche di prevenzione, risparmio energetico, ecc.), anche mediante l’utilizzo di sistemi di supporto alle decisioni (telerilevamento, agricoltura e zootecnia di precisione, meccanizzazione integrale, robotica e altri sistemi automatici intelligenti, applicazione di principi e strumenti di intelligenza artificiale ecc.) e biotecnologie sostenibili.”

La prima stalla: Letizia S.R.L.

L’Azienda Letizia s.r.l. alleva bufalini in provincia di Caserta in tre distinti centri aziendali, producendo latte bio. Ha deciso di adottare per l’alimentazione dei vitelli il braccio robotizzato con l’obiettivo di:


  • Standardizzare la gestione di questa fase delicata dell’allevamento;

  • Migliorare i tassi di crescita degli animali al fine di anticipare la fase di svezzamento;

  • Ridurre le problematiche sanitarie legate a errori nella preparazione e somministrazione del latte.

La parola all’allevatore

Da dove nasce l’idea di utilizzare un braccio robotizzato per l’alimentazione lattea dei vitelli?

Davide: Ho visto questa allattatrice in una fiera in Germania e ne sono rimasto immediatamente colpito. L’idea di semplificare e standardizzare la gestione della vitellaia ha fatto il resto.

Perché questa esigenza di standardizzare?

Davide: Il vitello è estremamente delicato. Gli errori degli operai, legati a superficialità e fretta, come temperature errate nelle fasi di preparazione e somministrazione del latte, quantità somministrate, altezze del secchio, orari di somministrazione, causano spesso enteriti con gravi conseguenze nel medio e lungo periodo sul vitello.

Quali i miglioramenti?

Davide: Siamo riusciti a ridurre enormemente le diarree alimentari e riusciamo ad attuare uno svezzamento anticipato rispetto a quelli che erano i nostri standard. Questo ci fa ben sperare, se siamo bravi con le fasi successive, di riuscire ad anticipare l’età al primo parto delle future bufale.

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