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Cosa ci aspetta nel futuro:il biometano

I reflui zootecnici prodotti dagli allevamenti bovini negli ultimi 20 anni sono passati da essere uno scarto finale a una vera e propria risorsa.

Cosa ci aspetta nel futuro:il biometano
Dott. Davide Grande

Dott. Davide Grande

Medico Veterinario
Articolo a cura del Dott. Davide Grande, medico veterinario libero professionista e consulente tecnico commerciale per Ferrero Mangimi


L’impiego del letame per produrre forme di energia rinnovabile da biogas e biometano può aiutare a creare un futuro senza l’utilizzo dei combustibili fossili. Inoltre l’attivazione di un impianto biodigestore è sicuramente una fonte di reddito. Non è solo il clima a trarne vantaggio, ma anche il reddito aziendale.

Linee guida nazionali

La strategia energetica nazionale (SEN) si pone diversi obiettivi, tra cui nel 2030 il 28% di energie rinnovabili sui consumi complessivi e nel 2050 la completa decarbossilazione del settore elettrico.

La SEN  ha delle linee d’azione come: favorire l’utilizzo di biometano nei  trasporti , sfruttare l’attuale potenziale di produzione di energia elettrica da biogas passando da 2.5 miliardi di metri cubi a un massimo teorico di 8 miliardi di metri cubi nel 2030. Ad oggi la produzione di energia rinnovabile è di circa 8% quella originata da biogas e 4% da bioliquidi.

Cos’è il biometano

Cerchiamo di capire meglio che cosa è il biometano. Il biometano è il combustibile ottenuto dalla purificazione del biogas, è una fonte di energia elettrica rinnovabile che si ottiene dalle biomasse agricole come sottoprodotti e reflui zootecnici, dalle biomasse agroindustriali e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani la FORSU.

Il biometano, per essere immesso in rete o per essere utilizzato come combustibile per autotrasporti, ha bisogno di 2 fasi: la prima è la produzione del biogas grezzo e la seconda viene detta “upgrading”, cioè la rimozione delle componenti non compatibili all’immissione in rete, come ad esempio la CO2 o i derivati dello Zolfo.


La fase di “pulizia” o upgrading può essere effettuata tramite lavaggio con acqua, solventi dedicati, separazione con membrane o adsorbimento. Il biometano è una fonte energetica rinnovabile e permette di ridurre la produzione di CO2 , riducendo le emissioni e sfruttando la rete di distribuzione presente.

Vantaggi

Per le aziende agricole promuove un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità e il riutilizzo delle risorse. Il biometano è una fonte energetica nazionale che può contribuire fino a circa il 15% della domanda di gas fino al 2030.

Il dato interessante che al 31/12/2017 erano presenti sul territorio nazionale 602 impianti a biogas da deiezioni animali: una parte di questi impianti può sostenere un processo di conversione per la produzione di biometano.

Ciò che influisce molto su questo processo sono: le dimensioni dell’impianto, il tipo di incentivo per la produzione erogato, la vicinanza alla rete di distribuzione, il costo per la fase di upgrading, gli anni di incentivo elettrico ancora a disposizione, possibilità di agire sulla dieta del digestore.

Cosa fare prima di realizzare un nuovo impianto

La realizzazione di un nuovo impianto comporta l’analisi di molteplici fattori:


  • Distanza da un punto d’immissione in rete

  • Capacità della rete di assorbire la produzione

  • Disponibilità della biomassa per la produzione di biometano

  • Capacità imprenditoriale di sostenere l’impianto

  • Taglia dell’impianto (1-2 MW equivalenti)

È interessante notare che il metano viene ritirato in maniera cronologica rispetto alla data di entrata d’esercizio dell’impianto fino al raggiungimento della capacità massima, il limite massimo annuo è di 1.1 miliardi i metri cubi/anno.

La produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano è una risorsa economica importante per la realtà zootecnica nazionale e posiziona le aziende al centro di un processo di sostenibilità e valorizzazione dell’ambiente.