Matteo Garnero -
Piemontesi da cinque generazioni
A Perletto, una tradizione che si rinnova da padre in figlio, con al centro la qualità delle materie prime e il benessere degli animali

Matteo Garnero
Un’azienda ai confini con l’artigiano, che rispecchia in pieno l’operosità e la tenacia della terra di Langa. È quella della famiglia Chiola a Perletto, comune di 273 anime sulla destra del fiume Bormida, a nord di Cortemilia, a 35 chilometri da Alba, Acqui Terme e Cairo Montenotte.
Come molte altre, quella dei Chiola è un’impresa di famiglia, nata prima del ‘900, che alleva Piemontesi. Oggi all’azienda di Pierluigi si è affiancata quella del figlio Denny, 23 anni e un futuro in agricoltura ancora tutto da scrivere.
Impresa di famiglia
«La nostra – racconta Pierluigi Chiola, 50 anni – è un’azienda nata prima del ‘900. Negli anni ‘80 del 1800 iniziò il mio bisnonno: come si usava allora con un paio di buoi, un paio di mucche. Poi sono subentrati mio nonno (che ha costruito una stalla negli anni ‘60) e mio padre, che ha dato vita ad un capannone negli anni ‘70.
Oggi abbiamo due aziende: la mia e quella di mio figlio Denny, classe 1995».
Oggi l’attività dei Chiola è dunque alla quinta generazione.


Razza piemontese
L’azienda agricola di Perletto alleva capi di razza Piemontese, tutti da carne.
«Abbiamo 150 animali – spiega Pierluigi –, 40 mio figlio e un centinaio io. A fine aprile abbiamo terminato una nuova stalla, in cui abbiamo puntato molto sul benessere animale, al giorno d’oggi imprescindibile. Ci sono per esempio le mangiatoie in acciaio inox, un paddock esterno (sostanzialmente un recinto annesso alla stalla, ndr) e stabulazione libera».
La giornata-tipo di Pierluigi e Denny inizia alle 6 del mattino e termina spesso tardi, talvolta anche dopo le 21.
«Ora, con la stalla nuova e più moderna, dovremmo riuscire a ridurre un po’ i
tempi».
Mangiare bene
I Chiola, da sempre, sono convinti che ciò che viene dato da mangiare alla vacca poi si ripercuota sul sapore della carne. Per questo sono particolarmente attenti a ciò con cui nutrono i propri animali.
«Alle nostre Piemontesi diamo una miscela. Ad un po’ di nucleo e mangime già pronto aggiungiamo orzo, mais, fieno e paglia di nostra produzione.
Siamo convinti che per fare carne buona gli animali debbano mangiare bene.
Spesso si sente di allevatori che danno ai propri capi anche scarti di lavorazione, ma alla lunga è controproducente. I macellai riconoscono la qualità di ciò che nutre le bestie, ed anche i clienti si accorgono del sapore».
Materie prime
Oltre all’allevamento delle Piemontesi, i Chiola portano avanti altre attività, tipiche del territorio di Langa. Una è quella dei campi, per coltivare le materie prime con cui nutrire il bestiame.
«Poi – dice Pierluigi – abbiamo circa due ettari di noccioleto e dieci di vite. Coltiviamo uve Moscato, Alta langa, Dolcetto e Barbera. Abbiamo molte soddisfazioni: specie per quanto riguarda l’Alta langa la gente sembra apprezzare».
Difficoltà e progetti
Per quanto riguarda le difficoltà, anche per l’azienda agricola di Perletto queste sono legate ai costi e ai guadagni, spesso dai margini non così elevati. Un problema comune a tante aziende agricole, e non solo. Riguardo i progetti futuri, la volontà di espansione è stata appena realizzata.
«Un progetto lo abbiamo appena concretizzato, terminando la stalla nuova».
Dopo tante generazioni, negli anni a venire sarà tutto nelle mani del ventitreenne Denny.
«Il domani dell’azienda – conclude orgoglioso papà Pierluigi – è suo, è lui il futuro. Io e la mia generazione dobbiamo lavorare per lasciare un futuro a lui e ai giovani come lui».
